The Misfits, John Houston, 1961
La sensibilità sottopelle di Marilyn, la sua malinconia trasformata in tristezza, in alcuni sguardi, a volte pieni di amore, altre rivolti chissà dove. La quasi tangibile necessità di una figura maschile, da cui essere capita e da cui essere amata. Il suo mondo interiore racchiuso in un corpo e in una figura che gli uomini difficilmente riescono ad oltrepassare, come fosse quella la vera frontiera, per arrivare a ciò che si cela al suo interno. In un certo modo John Houston ce ne rende la fulgida essenza, che finisce per permeare l’intero film, anche se in un paio di inquadrature anche lui si perde sul fondoschiena di Marilyn, fasciato da jeans attillati, mentre sobbalza su un cavallo o in un suo movimento ipnotico mentre dondola quasi impazzito all’interno di un bar. La sessualità è l’evidenza, la femminilità il mistero. Intorno a lei girano tre figure maschili. Clark Gable, vecchio cowboy, dal fascino maturo e rassicurante. Eli Walach, meccanico e amico di Clark, il primo a mettere g...