Paterson, Jim Jarmush, 2016
Paterson è anche e soprattutto una pellicola sul tempo, quello del racconto cinematografico, quello della vita quotidiana, con le sue ripetizioni, le attese, le improvvise accelerazioni. Un tempo ciclico e frammentato, fatto di segmenti che si incastrano come i versi di una poesia, in quella routine che diventa lirica, una volta trasformata in parole, che Paterson scrive sul suo quaderno, nei momenti in cui l’ispirazione arriva e lo porta via con sé. Jarmusch costruisce questa quarta dimensione attraverso i perimetri non lineari del film, un luogo mentale e visivo dove si amalgamo i pensieri e le emozioni del protagonista e le immagini fluide della città in cui vive e che attraversa ogni giorno alla guida di un autobus. Poi la casa in cui vive, con una donna e un cane, nell’ammassarsi degli attimi di una vita normale, lenta, in cui lo spirito artistico della compagna rielabora e scompiglia il vissuto comune in nuove prospettive, bizzarri progetti, geometriche innovazioni. In questo sco...