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Visualizzazione dei post da novembre, 2021

Gadjo dilo, Tony Gatlif, 1997

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La musica. E le danze. Come espressioni della vita. E l’alcol. E le bottiglie. Per celebrarla - La neve, una strada ghiacciata, i campi bianchi, il freddo - Un calesse e un cavallo e un gruppo di zingare sopra. I vestiti colorati, gli accampamenti, una musicassetta, una cantante da ritrovare - I capelli scompigliati di Stéphane, le risate e i denti d’oro di Sabina, un piede in bocca, i morsi sulla pelle, il sesso, rincorrendosi nudi per i boschi - Legami famigliari, baracche (e che nessuno si azzardi a pulirci dentro!), i violini, un rudimentale grammofono, i viaggi in macchina, le feste, le sbronze e poi si ricomincia tutto da capo, un’altra bottiglia, un altro bicchiere - Si balla sulla terra dove qualcuno è stato seppellito, si bagna il suolo con eiaculazioni di vodka, si compie un rituale, si piange e si ride e ogni gesto e ogni azione confluiscono liberi e selvaggi nella vita, come il sangue che ci scorre dentro, sensualità gitana, arcaica e indecente, spiriti ancestrali fra sporc

Alice in den Städten, Wim Wenders, 1973

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I capelli di Alice, il suo volto illuminato dalla luce del sole, in un caffè , davanti ad un gelato che si sta squagliando, Felix la guarda, scarabocchia sul suo quaderno, un’attesa che diverrà una meravigliosa amicizia. Le immagini degli States , le polaroid scattate all’improvviso, raccontare una storia attraverso le foto, intuizioni visive, senza parole, oltre N.Y. lo spazio si ripete all’infinito, sempre uguale, in sequenze di negozi, insegne, stazioni di rifornimento e stazioni radio, piloni dell’alta tensione. In movimento, perenne movimento, attraverso l’oceano, in aereo, il ritorno in Europa, Amsterdam, i canali, la Germania. Il viaggio si trasforma in incontro, nel rapporto tra un uomo e una bambina di nove anni ( è possibile l’amore in questa apparente e incolmabile distanza? ), Felix sorride ad Alice in treno, le confessa con uno sguardo che la storia che sta scrivendo parla di lei, che tutto quello che stava cercando ha il suo volto e i suoi occhi. Identità perdute, fram

Nowhere, Gregg Araki, 1997

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  Si comincia con una bella sega mattutina sotto la doccia con il montaggio rapido di immagini etero, omo e bdsm alternate a quelle di Dark che ricreano il climax masturbatorio verso un orgasmo negato per l’arrivo di una madre che ha  bisogno del bagno - Ragazzi e ragazze, i primi piani dei loro volti, gli occhi, enormi, i ricordi della giovinezza, di quel periodo, i miei, qui tutti hanno voglia di toccarsi e di scopare e di divertirsi e come dargli torto e allora le feste e le pasticche e le droghe e anche improbabili corsi universitari e la voglia di fare cinema, una videocamera in mano e improvvisi atti di violenza e deviazione sessuale e omicidi e stupri e il sangue che schizza ovunque come fosse pomodoro - Allucinazioni aliene, colori acidi, tante giovani attrici che è una meraviglia guardare (Mena Suvari, Heather Graham, Chiara Mastroianni sadomaso), fascinazioni omosessuali, più Bret Easton Ellis che il Burroughs della tarda maturità, anche l’amore viene a far visita alle porte

30 Days of Night, David Slade, 2007

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  Barrow, Alaska. Ultimo avamposto della società americana prima del bianco assoluto dei ghiacciai artici. Agglomerato umano composto da caratteri stereotipati pronti al massacro. L’idea interessante: quale luogo migliore per  vivere per alcuni vampiri affamati se non una località dove la notte dura un mese intero? La realizzazione: si parte da una graphic novel (Niles e Templesmith) con un attento lavoro su colori e fotografia, impasti cromatici e contasti visivi. Le tonalità predominanti sono il bianco delle distese innevate, il rosso vivo del sangue, il blu-nero metallico della notte.  Gli inganni: la sceneggiatura è scritta in maniera meccanica, sfruttando le svolte del racconto per evidenti esigenze di incastro narrativo. Un esempio: l’incidente che costringe Stella a rimanere a Barrow.  L’ipocrisia: usare il genere horror, ancora una volta, come strumento per esaltare i valori della società americana. Sacrificio, famiglia, matrimonio, tutti elementi che invece di essere criti