Arrebato, Ivan Zulueta, 1980

 



Polveri e pellicole. Film da girare e strisce da tirare. Sala di montaggio, vampiri su uno schermo, denti finti, canini appuntiti. Ci sono polveri e polveri e una è la migliore di tutte. Caballo. L’eroina. E allora ecco tornare vecchie dipendenze. E amanti da cui si era tentato di fuggire. Lo stesso abbraccio. Lo stesso appiglio. Corpi nudi. Frementi per un orgasmo. Tremanti per una crisi d’astinenza. Corpi sdraiati in un letto, sudati. I fotogrammi diluiti nel tempo, a documentare il freddo interiore. La necessità. Il bisogno. Voci che raccontano, nella mente, una storia che attende di essere ascoltata. Suoni che si arrampicano lungo la colonna vertebrale, graffiando, stridendo, creando contrasti percettivi con il montaggio che taglia, come fosse una lametta su un grammo di coca, le immagini, per scomporre i minuti in segmenti di agonia, euforia, disprezzo, desiderio - Cinema assuefatto, cinema in cerca di una forma di assuefazione, artistica, vitale, drammatica, erotica, Cecilia Roth, magnifica, giovane, sensuale, magnetica, che si mette il rossetto sulle labbra pronta per un pompino, il suo volto stagliato contro le interferenza di uno schermo televisivo (esisteva già Videodrome prima di Cronenberg? Chiede un critico seduto al mio fianco prima di preparare due righe di speed), Cecilia Roth che dichiara le sue intenzioni di fare qualcosa con il corpo, un figlio, un nuovo film, l’assunzione di un acido, qualcosa di vivo mentre Eusebio Poncela se ne sta sul divano, osservando una pellicoladelirante, il cinema e quello che ne resta o quello che si immagina e crea quando sono le sostanze (o la loro assenza) a decidere la direzione da seguire, dialoghi, monologhi, inseguimenti psichici, cazzi in erezione, un brivido sotto pelle, un gemito di piacere, l’ago nella vena, una stilla di sangue, un ennesimo fotogramma fuggito da qualsiasi regola, sperimentalismo, visoni lisergiche di folgoranti fantasie filmiche, Ivan Zulueta apre una porta, vi entra e alcuni dicono che non ne sia tornato mai più.


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