How to change your mind - MDMA (2022)


Curioso personaggio Alexander Shulgin, con il suo laboratorio privato in un capanno nel giardino di casa, fu lui il primo a produrre l’MDMA e poi ad offrirlo ad amici e colleghi per sperimentarne le proprietà in campo psichiatrico e terapeutico. Shulgin ha anche scritto un libro che si intitola PiHKAL, in cui, se si ha la passione per la chimica, vengono descritte in maniera estremamente dettagliata più di 230 molecole psichedeliche e il sistema per sintetizzarle. A dire il vero la nascita dell’MDMA risale al 1912, quando venne sintetizzato nei laboratori farmaceutici della Merck, brevettato l’anno successivo e poi lasciato a prendere polvere sugli scaffali dei loro magazzini. Questo fino agli anni settanta quando Shulgin, per conto suo, iniziò a darsi da fare.
 

Vista la capacità della sostanza di creare una forte empatia emotiva fra le persone, insieme ad una maggiore apertura comunicativa e a una calda e avvolgente sensazione di amore, l’MDMA veniva usato per le terapie di coppia sotto la supervisione di un analista. Questo andò avanti legalmente fino al 1985 quando l’MDMA venne messo al bando e uso e produzione andarono underground.

Un altro degli effetti dell’MDMA, che si può reperire in polvere o in pasticche (più comunemente conosciute come Ecstasy), è quello dell’enorme piacere che dà l'ascoltare la musica e il danzare. L’MDMA non è uno psichedelico vero e proprio come l’LSD o la psilocibina, nel senso che non si hanno effetti visivi così forti come con gli altri due e in più ha una parte anfetaminica che riduce la stanchezza e aumenta le energie di chi lo assume. Nessuna meraviglia quindi se questa sostanza nella cultura di massa, dalla fine degli anni ottanta e per gran parte del decennio successivo, sia diventata parte indispensabile della scena rave e di quella che venne chiamata la Second Summer of Love soprattutto in Inghilterra e poi anche nel resto d’Europa.


A metà degli anni novanta, quando ero ancora adolescente, mi ricordo i racconti di alcuni compagni di scuola che andavano alle feste illegali vicino Roma, sulla Pontina e si calavano le pasticche, io rimasi lontano da tutto questo e non so se mi sono perso qualcosa o meno. Le prime esperienze le ho avute ormai da adulto, a 36 anni, quando mi sono ritrovato a vivere per un periodo in Galles con un gruppo di persone, più o meno della mia età, che devo dire facevano un uso di MDMA alquanto frequente. A volte a piccolissime dosi, ti mettevi un dito in bocca, poi nella bustina con la polvere bianca e poi in bocca di nuovo. Altre volte era una bella striscia da tirare su con il naso ed era doloroso (non mi è mai piaciuto assumere sostanze attraverso le narici) e poi amaro in gola. Altre ancora era una bella pasticca color blu. Ci ho messo un pò a capire gli effetti dell’Ecstasy.  Si ha effettivamente una esplosione di serotonina nel cervello, con sensazioni di piacere intenso, di grande empatia verso gli altri, una estrema sensibilità tattile, ricordo l’immenso piacere nel semplice accarezzare la pelle di una mia amica e anche quello di lasciarsi trasportare dalla musica e diventare parte di essa. Questo è successo nelle occasioni in cui mi sono ritrovato a partecipate ad alcuni party abbastanza selvaggi e debosciati che andavano avanti per un paio di giorni. La quantità di droghe che ho visto intorno a me era a dir poco stupefacente. La percezione del tempo durante queste feste era totalmente alterata, pensavo fosse notte e poi un secondo dopo era già l’alba. In altre situazioni, quando ero solo, per esempio, ho notato una notevole capacità (datami dalla sostanza) di tornare indietro con la memoria, nei miei ricordi, di aprire porte del passato ed entraci di nuovo, rivivendo cose accadute come fossero presenti. Era qualcosa che già sapevo fare, la sostanza ha solo aumentato questa mia capacità e ancora oggi, lucidamente, riesco a raggiungere quei luoghi. Sono sensazioni piacevoli, soprattutto quelle legate a quando ero bambino. 


Nella terza puntata di How to Change Your Mind, incentrata sull’uso terapeutico dell’MDMA, il disturbo che viene maggiormente tentato di curare è il PTSD (Post Traumatic Stress Disorder). Nelle sessioni registrate, alle quali sono presenti sempre un paio di dottori, si può vedere come la possibilità di tornare indietro ad eventi traumatici del proprio passato, attraverso l’effetto della droga, possa sollevare i pazienti dal peso di quei drammi e gli dia l’occasione di poter affrontare di nuovo quei momenti con l’appoggio emotivo ed empatico che la sostanza offre. Quel sentirsi amati e protetti. E’ un abbraccio chimico, certo, ma può sempre essere una cura.


L’amore che si provava nella rave scene era infatti reale e illusorio allo stesso tempo e ha segnato lo sviluppo e la crescita di una parte di un’intera generazione. Tra gli effetti negativi dell’Ecstasy ho notato la presenza di movimenti involontari alla bocca e agli occhi e soprattutto, in alcuni casi, il comedown è stato disastroso, una volta che l’esplosione di serotonina finisce il cervello necessita tre o quattro giorni per tornare a livelli normali e in quel periodo ci si sente veramente una merda. Altro grave errore che ho fatto per inesperienza è stato mischiare l’MDMA con l’alcol. Di alcune parti delle mie nottate ai party, i giorni successivi, non ricordavo assolutamente nulla. Blackout totale. E’ stato interessante però fare parte di questa scena e vedere persone di tutte le età (dagli adolescenti a sessantenni) ballare e stare insieme, chiacchierare, divertirsi e avere una piacevole intimità fra di loro e assumere MDMA come fosse la cosa più naturale del mondo. 

Sinceramente sono contento di essere passato indenne in mezzo a tutto questo.

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