Non essere cattivo, Claudio Caligari, 2015
È difficile, a volte impossibile, fuggire dall’ambiente in cui si è cresciuti, soprattutto quello delle borgate, ci sono regole, meccanismi e rituali che nel corso degli anni ti entrano dentro, che si imparano da quando si è bambini, diventando parte delle persone, creando dipendenza, come una droga, uno se ne vorrebbe liberare ma non ci riesce, finisce sempre per ricadere negli stessi errori, nei medesimi vizi. E la storia di Cesare e Vittorio non è tanto diversa, quel desiderio di cambiare, di trasformarsi è solo un’illusione, una via di fuga mentale che non porterà da nessuna parte. Non sarà un lavoro onesto a liberarli dalla propria vita passata, perché i due ragazzi sono stati già fregati nella loro testa, come quasi tutti, nei bisogni che credono necessari, nei limiti di un mondo chiuso che non riusciranno mai a superare. A metà degli anni novanta, a Roma e Ostia (colonia della delinquenza della Capitale e del Litorale) giravano enormi quantità di pasticche, ecstasy e a