Otto ore non sono un giorno, Rainer Werner Fassbinder, 1972

Ci pensi, a volte, quando torni a casa la sera che otto ore (di lavoro) non dovrebbero essere un giorno e che dovresti avere ancora il tempo e l’energia per fare altre cose, stare con gli amici o più semplicemente farti i cazzi tuoi. E Fassbinder ci porta nel suo mondo filmico, nella sua epoca, in quello che gli sta intorno, nelle dinamiche umane di una società di cui non vengono nascoste le problematiche e gli aspetti negativi, ai quali si cerca di trovare nuove soluzioni, insieme o da soli, in fabbrica come in famiglia, discutendo e litigando, se necessario. Prodotto televisivo suddiviso in cinque puntate, ciascuna dalla durata di un lungometraggio, Otto ore non sono un giorno appare quantomai alieno alle logiche produttive e ai temi attuali trattati dalla tv di oggi, da cui sembra essere stato bannato qualsiasi impegno politico e sociale, qualsiasi descrizione psicologica che possa essere destabilizzante e potenzialmente pericolosa per lo spettatore medio, rincoglionito da g...