Im Keller, Ulrich Seidl, 2014
Stranezze, bizzarrie e ossessioni dal sottosuolo. Pitoni in teche di vetro, bambolotti dalle sembianze di neonati in scatola, cimeli nazisti, dungeon per estimatori del sadomasochismo, poligoni di tiro, minivasche per nuotare, minibar, salette musicali, teste di animali impagliate e attaccate alle pareti, playroom. Nei propri scantinati, uomini e donne, danno sfogo ai loro desideri, di qualunque natura essi siano. Lo sguardo di Ulrich Seidl è algido, freddo, oggettivo, formalmente impeccabile, penetrante, geometrico. Ogni inquadratura è un piano fisso che ritaglia una porzione dello spazio privato dell’intimità e della vita di alcune persone. Quello che vediamo potrebbe scioccare o provocare strane reazioni, dipende dalla nostra educazione e da quali siano i nostri valori morali. Sesso e nazismo sono due argomenti tabù in Austria, soprattutto nelle zone cattoliche e conservatrici. Non mancano infatti crocefissi e rosari vari disposti sulle pareti delle stanze di alcuni scantinati. C